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Il Comune di Cagliari viola la legge per impedire il Sardegna Pride.

Quello che sta succedendo al Sardegna Pride in programma per il 6 luglio prossimo a Cagliari ha dell'incredibile.

Il Commissario Straordinario nominato dal Prefetto di Cagliari, in seguito alle dimissioni del sindaco Zedda e in carica fino all'esito delle scorse elezioni, ha infatti firmato una delibera il 12 giugno che impone agli organizzatori il pagamento di una cifra di quasi ottomila euro, per gli straordinari da pagare agli agenti della Polizia Municipale, altrimenti vieteranno il corteo.

Una decisione assurda, incomprensibile e senza precedenti.
Ma soprattutto una decisione che viola la legge.

Apriamo una parentesi in "legalese":
le spese del personale di polizia locale, relative a prestazioni pagate da terzi per l'espletamento di servizi di cui all'articolo 168 tuel, vengono addebitate all'organizzatore in base al comma 3-bis dell'art. 22 del dl n. 50/2017 convertito con la legge 21 giugno 2017, n. 96.
La Conferenza unificata stato-città nella seduta del 26 luglio 2018 ha chiarito senza lasciare spazio ad interpretazioni quando si applica il succitato 3-bis e quando no. E non si applica quando: - le attività che devono essere svolte dalla polizia locale in quanto rientranti nel campo delle funzioni pubbliche; - le manifestazioni e riunioni pubbliche, tra le quali rientrano anche le cerimonie religiose e i cortei funebri; - i servizi svolti dal personale di polizia locale come ausiliario nelle operazioni di pubblica sicurezza, il cui impiego venga disposto con l'ordinanza di pubblica sicurezza della Questura. Sempre nella succitata conferenza unificata stato-città è stato chiarito che il suddetto pagamento è dovuto solo ed esclusivamente a manifestazioni prive di interesse pubblico e che perseguono finalità lucrative.

In pratica il Commissario Straordinario di Cagliari, nominato dal prefetto, ritiene che il Pride sia una manifestazione privata, priva di interesse pubblico e soprattutto con finalità lucrativa. Sì perché questi sono i 3 criteri che prevedono l'addebito agli organizzatori di manifestazioni delle spese per gli straordinari del personale comunale. 


La risposta del Sardegna Pride non si è fatta attendere: 

Tutta la nostra solidarietà agli organizzatori del Sardegna Pride per quello che ci appare come un vero e proprio atto intimidatorio volto ad impedire una manifestazione tutelata dalla Costituzione italiana. Il diritto a manifestare non può essere comprato!

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