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ESCLUSIVA: Malpezzi e Fiano (PD) presentano interrogazione parlamentare dopo gli sproloqui di Pillon sul gender nelle scuole


A seguito degli sproloqui di Pillon su gender nelle scuole e "una sentinella in ogni scuola" Simona Malpezzi, al Senato, ed Emanuele Fiano, alla Camera, hanno deciso di presentare un'interrogazione parlamentare ad hoc.

Noi di "È tempo di diritti civili" abbiamo avuto il testo in anteprima.

ECCOLO:

Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Per sapere – premesso che:

nella scorsa legislatura fu denunciata da autorevoli esponenti politici dell’attuale maggioranza, una presunta possibilità di inserimento all’interno dei Piani dell’Offerta Formativa delle scuole della cosiddetta “Teoria del Gender” che troverebbe attuazione in pratiche e insegnamenti non riconducibili ai programmi previsti dagli attuali ordinamenti scolastici;

in tal senso, l’Amministrazione ritenne opportuno smentire tali fantasiose e fuorvianti ricostruzioni e fornire, attraverso una circolare del 15 settembre 2015 , chiarimenti sui corretti adempimenti relativi al POF;

il comma 16 della legge 107/2015, infatti, stabilisce che: “Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del decreto-legge14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119”.

la previsione di tale disposizione risponde all’esigenza di dare puntuale attuazione ai princìpi costituzionali di pari dignità e non discriminazione di cui agli articoli 3, 29, 37 e 51 nonché a quanto previsto dal diritto europeo che proibisce la discriminazione per ragioni connesse al genere, alla religione, alle convinzioni personali, handicap, età, orientamento sessuale o politico; 

la finalità del suddetto articolo non è, dunque, quella di promuovere pensieri o azioni ispirati ad ideologie di qualsivoglia natura, bensì quella di trasmettere la conoscenza e la consapevolezza riguardo i diritti e i doveri della persona costituzionalmente garantiti, anche per raggiungere e maturare le competenze chiave di Cittadinanza, nazionale, europea e internazionale, entro le quali rientrano la promozione dell’autodeterminazione consapevole e del rispetto della persona, così come stabilito pure dalla Strategia di Lisbona 2000. Nell’ambito delle competenze che gli alunni devono acquisire, fondamentale aspetto riveste l’educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione, e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze senza alcuna discriminazione;

nelle circolari suddette si ribadiva, quindi, che tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né “ideologie gender” né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo. Inoltre, è opportuno sottolineare che le due leggi citate come riferimento nel comma 16 della legge 107 non fanno altro che recepire in sede nazionale quanto si è deciso nell’arco di anni, con il consenso di tutti i Paesi, in sede Europea, attraverso le Dichiarazioni, e in sede Internazionale con le Carte;
inoltre, il 27 ottobre 2017 sono state pubblicate le Linee guida nazionali ‘Educare al rispetto: per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione’, che offrono a scuole e famiglie, insegnanti, studentesse e studenti un quadro di riferimento per azioni finalizzate al superamento degli stereotipi, alla valorizzazione del contributo delle donne alle scienze e alle lettere, a un uso consapevole del linguaggio in relazione al genere, alla promozione di modelli di relazione basati sul rispetto e, in generale, al contrasto delle discriminazioni. Il contrasto più efficace alle molestie sessuali, così come a ogni forma di violenza di genere, è nella prevenzione;

a ben vedere, dunque, nessuna delle iniziative messe in campo ha determinato la promozione di una “Teoria Gender” che di fatto non esiste. Nessuno, in ambito accademico, discute o ha mai discusso tale teoria;


“Non esiste una teoria di gender”, scriveva già nel 2014 in una lettera aperta al ministro dell’Istruzione la Società delle Storiche, che si era sentita chiamata in causa perché è la più importante associazione in Italia che si occupa di studi di genere. E spiegava che i «gender studies» (gender in inglese vuol dire genere) sono solo “uno strumento concettuale per poter pensare e analizzare le realtà storico-sociali delle relazioni tra i sessi in tutta la loro complessità e articolazione” e cioè una categoria storiografica per indagare le differenze dei ruoli e delle caratteristiche attribuite a uomini e donne nelle epoche della storia;

tuttavia, nei giorni scorsi un autorevole esponente della maggioranza ha dichiarato di aver “fermato il gender nelle scuole” e di “aver inserito una “sentinella” in ogni scuola” con il compito di monitorare e denunciare attività sovversive rispetto alla “teoria gender”

Per sapere –

Se sia a conoscenza del fatto che esponenti della maggioranza -ledendo l’autorevolezza del ministro-  abbiano dichiarato  di aver introdotto la figura delle sentinelle nelle scuole
Se tale notizia fosse confermata se non ritenga di chiarire chi ricopre tale ruolo e con quale specifico incarico ;
se non ritenga di dover stigmatizzare queste gravi affermazioni, precisando la ratio della norma contenuta nel comma 16 della Legge 107/2015
“se non ritenga di dover chiarire che nelle scuole non viene insegnata alcuna “Teoria gender” poiché tale insegnamento non solo non esiste, come riportato in premessa, ma non è mai stato introdotto per legge”.

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