Gabriele racconta la sua aggressione omofoba e ne fa un messaggio di lotta e di speranza
Una nuova aggressione omofobica. Questa volta è successa a Cagliari. E ancora nell'indifferenza generale dei presenti.
Gabriele Bergamin racconta la sua storia di ordinaria omotransfobia in quest'Italia dove tutt'oggi ci viene ripetuto da autorevoli membri del governo che l'omotranfobia non esiste e la discriminazione delle persone LGBT è libertà di parola, espressione ed opinione.
Gabriele Bergamin racconta la sua storia di ordinaria omotransfobia in quest'Italia dove tutt'oggi ci viene ripetuto da autorevoli membri del governo che l'omotranfobia non esiste e la discriminazione delle persone LGBT è libertà di parola, espressione ed opinione.
Ho pensato a lungo a cosa fosse giusto fare e dopo il prezioso consiglio di tante persone mi sono convinto che non fosse solo giusto, ma doveroso parlare.
Sabato 3 agosto, alle 20.20 circa, presso piazza Matteotti a Cagliari ho subito un aggressione da parte di tre ragazzi mai visti prima. È iniziata con i soliti insulti omofobi davanti all'uscita della stazione arst, ed è purtroppo proseguita in qualcosa di più. I tre mi hanno seguito fino alla fermata capolinea dell'M, sul quale sono salito credendo di essere al sicuro. Dopo essersi avvicinati alla portina del mezzo i tre hanno cominciato a minacciarmi. A quel punto, capendo che la situazione avrebbe potuto prendere una brutta piega, ho chiamato la polizia con l'intenzione di spaventarli. Ho ottenuto esattamente l'opposto. Sono stato spinto più volte, mi sono state messe le mani nel collo e spinto all'indietro, ho ricevuto sputi sul viso e sulla maglietta e mi è stato rubato il tabacco che avevo in tasca, fin quando il pullman non è partito e i tre, per fortuna, sono rimasti fuori.
Tutto è avvenuto davanti alle tante persone sopra e fuori dal mezzo. Nessuno è intervenuto, in nessun modo. In realtà nessuno ha neanche guardato.
Io sto bene, non ho riportato alcun danno fisico, ma non si può dire lo stesso del dolore psicologico che questo mi ha causato. In vita mia non mi sono mai sentito tanto ferito e umiliato come in quel momento e senza che io avessi alcuna colpa. Non smetto di pensarci nemmeno un attimo da quando è successo. Fa veramente tanto male sapere di essere un continuo bersaglio dell'ignoranza e della cattiveria nel momento in cui trovi semplicemente il coraggio di essere esattamente te stesso, senza filtri.
Sono estremamente stanco di dover combattere costantemente per avere rispetto da chiunque indipendentemente dal mio modo di essere o vestirmi. Sono estremamente stanco dalla costante insicurezza nel camminare in strada con il mio ragazzo. Sono estremamente stanco di qualsiasi azione omofoba o discriminatoria, dalle semplici frasi fino alle vere e proprie aggressioni fisiche.
In tutto questo sono stato sicuramente fortunato, in quanto a molt* altr* le cose vanno molto peggio e ho avuto un amorevole sostegno da tante belle persone alle quali sono immensamente grato.
Da ciò ho tuttavia imparato tanto.
Vi prego non rinunciate a niente per la paura, piuttosto agite contro di essa. Non abbiate paura di parlarne e non vergognatevi mai, nemmeno per un secondo, di essere quello che siete. Non perdete mai la possibilità di rivendicare ogni santissimo giorno in questo mondo il rispetto che meritate in quanto esseri umani, e nel momento in cui qualcuno osa farvi del male denunciatelo, senza pensarci due volte, perché nessuno ha il diritto di torcervi un capello, in nessuna circostanza.
È frustrante dover combattere per ciò che dovrebbe essere sacrosanto, ma lo dobbiamo a noi stessi, a chi ha combattuto prima di noi e a chi verrà dopo.
Un grazie infinito a chiunque si sia interessato, sono tanto tanto fortunato. 🙏
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