Radio Globo sconfitta in tribunale: invitare al boicottaggio degli omofobi non è un reato
Questa è la storia di Radio Globo e del suo speaker Roberto Marchetti.
Nel 2018, durante il corso di una puntata, Roberto Marchetti ci ha tenuto a far sapere a tutti i suoi ascoltatori che prova ribrezzo a vedere due persone dello stesso sesso che si baciano.
Nonostante le proteste delle associazioni LGBT romane (Gay Center e Arcigay Roma in testa) lo speaker ha rivendicato la sua posizione e l'emittente si è schierata dalla sua parte rivendicando libertà di parola e di espressione.
Come se l'omofobia fosse appunto libertà di parola e di espressione. No, l'omofobia è violenza.
PUNTO.
Ma andiamo avanti.
A quel punto Gay Center e Arcigay Roma lanciano una campagna rivolta agli sponsor dell'emittente chiedendo un boicottaggio economico nei suoi confronti.
A quel punto iniziano le lettere dal tono minaccioso e intimidatorio dell'emittente nei confronti dell'associazione.
Minacciano querele e chiedono risarcimento danni.
Perché, fatto curioso, la libertà di parola ed espressione vale solo quando devi discriminare una minoranza già ampiamente discriminata. Quando invece la esercitano gli altri è da punire in tribunale. Patetico. Patetici.
Comunque alla fine l'emittente è passata alle vie di fatto e ha trascinato Arcigay Roma e Gay Center in tribunale.
MA HA PERSO.
Marrazzo (portavoce di Gay Center) ci fa sapere che
Oggi il Tribunale Civile di Roma ci dà ragione, affermando che è “lecita l’obiezione commerciale” e condanna Radio Globo alle spese processuali. La nostra azione è stata legittima e che la radio non prendendo di fatto le distanze dal suo speaker, non può lamentarsi delle nostre azioni. Questa sentenza è molto importante perché per la prima volta stabilisce come legittima l’azione delle associazioni gay contro le attività discriminatore di un media.Mentre Francesco Angeli di Arcigay Roma aggiunge:
Purtroppo come si evince dalla sentenza l’assenza di una legge contro l’omofobia non ci da strumenti reali di contrasto alle discriminazioni, per questo sollecitiamo il Parlamento ad approvare al più presto una legge contro l’omofobia. Inoltre, ci auguriamo che Radio Globo si scusi con gli utenti lesbiche, gay e trans e non ripeta più affermazioni discriminatore.
La sentenza evidenzia il contenuto omofobo delle dichiarazioni del conduttore di Radio Globo. […] Di conseguenza viene legittimato il diritto di critica da parte dell’associazione Arcigay Roma, legato all’art. 21 della Costituzione, di esprimersi liberamente sulle dichiarazioni della radio, richiedendone, come accaduto a settembre, le scuse ufficiali.
La sentenza inoltre conferma come legittima l’azione verso gli sponsor. Espressa come appello per interrompere il sostegno economico alla Radio, confermando che mai ha espresso una posizione di distanza da queste. Una sentenza importante che ribadisce la centralità del lavoro di Arcigay Roma nella difesa delle discriminazioni omofobe, derivanti dal linguaggio d’odio, che servirà come esempio per il futuro nell’utilizzo di un linguaggio non offensivo.
LA NOSTRA SOBRIA REAZIONE:
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