George Cloney:"Teniamo alta la pressione internazionale sulle leggi inumane del Brunei"
George Clooney ha accolto con favore la notizia che il Brunei non lapiderà gli omosessuali a morte, tuttavia l'attore ha dichiarato che intende mantenere alta la pressione sul piccolo Paese asiatico e sulle sue leggi.
Clooney ha così commentato dopo che il Sultano del Brunei ha annunciato domenica (5 maggio) che il paese non avrebbe sottoposto gli omosessuali alla pena di morte viste le ripercussioni a livello globale dovute alle sue nuove leggi in materia di codice penale.
Le leggi, che sono entrate in vigore all'inizio di aprile, prevedevano che gli omosessuali e quelli accusati di adulterio potevano essere lapidati come previsto della legge della Sharia.
Il Brunei ha dovuto affrontare una dura protesta globale contro queste leggi. George Clooney ha guidato le richieste di un boicottaggio degli hotel di proprietà del Sultano del Brunei, una mossa che è stata successivamente sostenuta da personaggi di spicco come Ellen DeGeneres e Elton John.
George Clooney ha anche aggiunto che questa potrebbe non essere la fine delle leggi anti-gay del Brunei
In una dichiarazione rilasciata oggi (7 maggio), Clooney ha affermato che la decisione è stata un "enorme passo avanti dopo un gigantesco salto all'indietro" e ha sottolineato che, nonostante le assicurazioni del Sultano del Brunei, la legge è ancora in vigore.
Ha anche detto che la reazione internazionale alle leggi in questione invia "un messaggio molto chiaro a paesi come l'Indonesia e la Malesia, che c'è un costo per l'approvazione di queste leggi".
Ha detto che il costo non è nelle persone che boicottano gli hotel, ma ha più a che fare con aziende e "grandi banche" che non faranno più affari con loro.
"Il ruolo giocato delle istituzioni finanziarie ha avuto un impatto enorme", ha affermato Clooney.
"Detto questo, la legge per lapidare i cittadini del Brunei formalmente è ancora in vigore", ha continuato Clooney, "il che significa che non appena la pressione si spegne, potrebbero semplicemente iniziare ad eseguire le esecuzioni. Quindi, in riferimento al boicottaggio, tutti dovrebbero fare ciò che ritengono sia corretto.
"Io e la mia famiglia non ci fermeremo finché questa legge draconiana non verrà cancellata".
Domenica, il Sultano del Brunei ha detto in un discorso in vista del Ramadan che era consapevole del fatto che ci fossero "molte domande e idee sbagliate" sull'introduzione delle leggi della Sharia, come ha riportato Reuters.
"Come evidente da più di due decenni, abbiamo praticato una moratoria di fatto sull'esecuzione della pena di morte per i casi previsti dalla legge comune. Ciò sarà applicato anche ai casi previsti dall'SPCO"
Il Sultano ha anche lasciato intendere che il Brunei finalmente ratificherà la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.
La campagna per il boicottaggio degli hotel di proprietà del Brunei è cominciata a marzo quando Clooney ha scritto un editoriale per Deadline.
Nel suo editoriale, Clooney scrisse: "Ogni volta che soggiorniamo o teniamo riunioni o ceniamo in uno di questi nove hotel stiamo mettendo soldi direttamente nelle tasche di uomini che scelgono di lapidare e di frustare a morte i propri cittadini per essere gay o perché accusati di adulterio.
Ha poi aggiunto: "Il Brunei è una monarchia assoluta e certamente qualsiasi boicottaggio non avrà un grande effetto diretto sul cambiamento di queste leggi. Ma vogliamo veramente pagare per queste violazioni dei diritti umani? Stiamo davvero contribuendo a finanziare l'assassinio di cittadini innocenti? "
FONTE: PinkNews
Clooney ha così commentato dopo che il Sultano del Brunei ha annunciato domenica (5 maggio) che il paese non avrebbe sottoposto gli omosessuali alla pena di morte viste le ripercussioni a livello globale dovute alle sue nuove leggi in materia di codice penale.
Le leggi, che sono entrate in vigore all'inizio di aprile, prevedevano che gli omosessuali e quelli accusati di adulterio potevano essere lapidati come previsto della legge della Sharia.
Il Brunei ha dovuto affrontare una dura protesta globale contro queste leggi. George Clooney ha guidato le richieste di un boicottaggio degli hotel di proprietà del Sultano del Brunei, una mossa che è stata successivamente sostenuta da personaggi di spicco come Ellen DeGeneres e Elton John.
George Clooney ha anche aggiunto che questa potrebbe non essere la fine delle leggi anti-gay del Brunei
In una dichiarazione rilasciata oggi (7 maggio), Clooney ha affermato che la decisione è stata un "enorme passo avanti dopo un gigantesco salto all'indietro" e ha sottolineato che, nonostante le assicurazioni del Sultano del Brunei, la legge è ancora in vigore.
Ha anche detto che la reazione internazionale alle leggi in questione invia "un messaggio molto chiaro a paesi come l'Indonesia e la Malesia, che c'è un costo per l'approvazione di queste leggi".
Ha detto che il costo non è nelle persone che boicottano gli hotel, ma ha più a che fare con aziende e "grandi banche" che non faranno più affari con loro.
"Il ruolo giocato delle istituzioni finanziarie ha avuto un impatto enorme", ha affermato Clooney.
"Detto questo, la legge per lapidare i cittadini del Brunei formalmente è ancora in vigore", ha continuato Clooney, "il che significa che non appena la pressione si spegne, potrebbero semplicemente iniziare ad eseguire le esecuzioni. Quindi, in riferimento al boicottaggio, tutti dovrebbero fare ciò che ritengono sia corretto.
"Io e la mia famiglia non ci fermeremo finché questa legge draconiana non verrà cancellata".
Domenica, il Sultano del Brunei ha detto in un discorso in vista del Ramadan che era consapevole del fatto che ci fossero "molte domande e idee sbagliate" sull'introduzione delle leggi della Sharia, come ha riportato Reuters.
"Come evidente da più di due decenni, abbiamo praticato una moratoria di fatto sull'esecuzione della pena di morte per i casi previsti dalla legge comune. Ciò sarà applicato anche ai casi previsti dall'SPCO"
Il Sultano ha anche lasciato intendere che il Brunei finalmente ratificherà la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.
La campagna per il boicottaggio degli hotel di proprietà del Brunei è cominciata a marzo quando Clooney ha scritto un editoriale per Deadline.
Nel suo editoriale, Clooney scrisse: "Ogni volta che soggiorniamo o teniamo riunioni o ceniamo in uno di questi nove hotel stiamo mettendo soldi direttamente nelle tasche di uomini che scelgono di lapidare e di frustare a morte i propri cittadini per essere gay o perché accusati di adulterio.
Ha poi aggiunto: "Il Brunei è una monarchia assoluta e certamente qualsiasi boicottaggio non avrà un grande effetto diretto sul cambiamento di queste leggi. Ma vogliamo veramente pagare per queste violazioni dei diritti umani? Stiamo davvero contribuendo a finanziare l'assassinio di cittadini innocenti? "
FONTE: PinkNews
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