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Un delirio transfobico dietro l'altro, l'articolo della "Prealpina" su una lite domestica è un caso da manuale.


Se volete un esempio da manuale su come NON si fa giornalismo sulle questioni LGBT+ eccovene un esempio. Cara redazione della Prealpina, cercate di seguirci perché stiamo per farvi una rivelazione scioccante: in questa storia non ci sono né amori gay né coppie omosessuali. I protagonisti sono Alessia (MtF) e David (FtM), dunque transgender, che provano attrazione e amore per persone del sesso opposto a quello per il quale si identificano. Stiamo parlando di identità di genere, non di orientamento sessuale, e per quanto sconvolgente possa essere, mettetevi seduti, essere transgender non vuol dire essere omosessuale. Si può essere transgender ed essere gay, lesbiche, bisex, ecc ecc. Ma identità di genere e orientamento sessuale sono due concetti separati e distinti e manco è vero che uno influenzi l'altro.

Qui siamo all'apoteosi. Secondo la giornalista Sarah Crespi la "natura" avrebbe "assegnato ruoli diversi" e dunque "le inclinazioni" sono opposte. Cosa sta cercando di dirci? Che nonostante la transizione da un sesso biologico all'altro, la donna ha un suo ruolo prestabilito dalla natura? Che la donna deve stare in cucina per sua inclinazione naturale? Ma poi come si misurano st'inclinazioni? Col goniometro? Ma roba da matti...
E in cauda venenum ( o dulcis in fundo, vedete un po' voi), se non avete ancora capito che i due protagonisti di questa storia sono due persone transgender Sarah vi rinfresca la memoria non una, non due, ma tre volte. Così, con quella punta di morbosità che da sempre accompagna (loro malgrado) la vita delle persone transgender che ogni giorno devono fare i conti con odio, discriminazione, misgendering e pure col pressappochismo e la malafede di certi giornalisti.

Questo doveva essere un articolo su un "normale" caso di violenza domestica come purtroppo se ne leggono tanti in giro.
Invece è un faro puntato sui genitali dei protagonisti.
Complimentoni Sarah Crespi eh...

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