Come Doris Day ha aiutato l'America a comprendere l'AIDS con l'empatia e l'amore per Rock Hudson
Doris Day e Rock Hudson sono stati i protagonisti in grandi storie di una serie di commedie romantiche negli anni '50 e '60.
Ma forse la loro apparizione congiunta più influente avvenne qualche decennio dopo, nel 1985.Doris Day conduceva un programma televisivo via cavo sui cani, e invitò Hudson come suo primo ospite.
A quel punto, Hudson era già malato di AIDS. C'erano state voci sulla sua salute, ma in una conferenza stampa a Carmel Valley, in California, dove Day viveva, fu la prima volta che il pubblico vide quanto Hudson stesse soffrendo.
Quel filmato sarebbe diventato una parte essenziale nel percorso di comprensione degli americani verso la sindrome da immunodeficienza acquisita. E fu anche l'inizio di una lunga battaglia contro la discriminazione e l'intolleranza nei confronti della malattia.
Ecco come fu descritta quell'apparizione, dal necrologio del giorno del Times, dopo la morte di Hudson:
La Christian Broadcasting Network si è avvicinata al Day per l'organizzazione di un talk show dal titolo "I migliori amici di Doris Day" che vedeva protagonisti ospiti e animali. È andato in onda per due anni.
Hudson fu un primo ospite naturale, disse Day, perché amava i cani tanto quanto lei. Tuttavia, quando è venuto a Carmel a metà luglio per le riprese e una conferenza stampa, Day e i giornalisti sono rimasti scioccati dal suo aspetto scarno.
Malato di AIDS, Hudson non aveva ancora rivelato le sue condizioni a Day o al pubblico, ma i giornalisti si resero subito conto di quanto fosse gravemente malato. In seguito avrebbe ammesso, a malincuore, di avere l'AIDS, diventando una delle prime celebrità a riconoscere la malattia.
Nonostante avesse bisogno di riposo, Hudson insistette per registrare lo spettacolo, che andò in onda giorni dopo la sua morte nell'ottobre del 1985. Day, la sua voce soffocata dall'emozione, registrò una presentazione che ricordava come Hudson le diceva sempre, "Il tempo speso meglio che ho avuto è stato nel recitare commedie con te." Day disse che provava la stessa cosa.
In seguito Day disse alla rivista People che Hudson era così malato che non riusciva nemmeno a pranzare. Disse anche che dopo le riprese si dettero uno struggente addio.
"Ci siamo salutati e lui mi ha dato un grande abbraccio e mi ha stretto forte. Ero in lacrime È stata l'ultima volta che l'ho visto, ma ora è in paradiso", disse alla rivista.
La loro apparizione insieme è stata mandata in onda innumerevoli volte con il peggioramento delle condizioni di Hudson e con il suo annunciò di avere l'AIDS. Per molti, fu una svolta pubblica quando purtroppo le devastazioni della malattia divennero impossibili da ignorare.
L'editorialista del Times TV Howard Rosenberg ha criticato aspramente i media per il modo in cui hanno trattato la salute di Hudson, inclusi i filmati ripetuti di Hudson e Day in quella conferenza stampa:
"C'era un leggero sottofondo ridacchiante in alcuni dei servizi che travvavano di speculazioni su Hudson che soffriva della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), una misteriosa malattia le cui vittime primarie negli Stati Uniti erano maschi gay.
Un'istituzione hollywoodiana come Hudson fa sempre una notizia. Eppure è difficile immaginare che i media si sarebbero sporcati le mani se la storia fosse stata incentrata esclusivamente sul cancro terminale di Hudson. Una tragedia, sì. Sensazionale, no. Ma l'AIDS terminale? Meglio!"
Se Hudson - un fusto dei film per cinema e TV che ha sempre avuto al suo fianco una bella ragazza - aveva l'AIDS ... beh, non è stata certo una sciagura per il National Enquirer che è riuscito a rimepire gli spazi vuoti.
Poi giovedì, negli spettacoli mattutini delle reti tv, arrivò "questa parola tardiva da Parigi". La "portavoce" di Hudson all'ospedale americano di Parigi annunciava che gli era stata diagnosticata l'AIDS un anno prima, ma era guarito.
Ciò era notevole, perché non ci sono casi noti di recuperi di AIDS.
Ma andiamo avanti. Cable News Network continuò a coprire la storia con entusiasmo il giovedì, e finalmente arrivò al nocciolo della questione, a quel sollievo per il prurito scandalistico che le menti curiose tanto stavano aspettando.
L'anchorman Reid Collins ad Atlanta sembrava mentire sapendo di mentire mentre chiedeva al giornalista Sandy Kenyon in collegamento da Hollywood se Hudson fosse considerato un "candidato probabile" - uh oh - per avere l'AIDS.
Kenyon riferì le frequenti voci su Hudson. "Per molti anni è stato ampiamente riconosciuto che Rock Hudson fosse gay", ha detto Kenyon. "È una cosa nota, quando a qualcuno viene chiesto da qualche reporter, 'Chi è gay?', Rock Hudson è la prima o la seconda risposta".
Il messaggio qui non è su come i media scafati sappiano come solleticare gli animi del pubblico con una storia succosa quando ne fiutano una. Questa è una vecchia storia. Il messaggio è che si possono ottenere buoni risultati da cattivi inizi.
Hudson merita la stessa compassione riservata ad altre vittime dell'AIDS.
In un senso più ampio, però, inavvertitamente, è diventato un simbolo importante ora, una nuova e altamente visibile arma nella dura battaglia per la raccolta fondi della ricerca contro l'AIDS. Lo sfruttamento da parte dei media della sfortuna di Hudson - ed è proprio quello che gran parte della copertura mediatica è stato, uno sfruttamento - ha ironicamente contribuito a mettere in luce il più ampio problema dell'AIDS, richiamando l'attenzione sul suo crescente pericolo per la società.
La diagnosi di AIDS di Hudson ha aumentato la consapevolezza della malattia e ha scatenato un movimento a Hollywood per combatterla. Quell'autunno, più di $ 1 milione è stato raccolto in una raccolta fondi di gala. Burt Lancaster lesse un messaggio inviatogli da un Hudson già malato:
"Non sono felice di essere malato. Non sono felice di avere l'AIDS ", si legge nella dichiarazione. "Ma se questo può servire ad aiutare gli altri, posso, almeno, sperare che la mia disgrazia ha avuto un valore positivo."
Il gala venne politicamente accusato, con molti arrabbiati tra il pubblico, di non essere altro che la foglia di fico del governo federale con cui si coprivano i deboli sforzi nell'aiutare i malati nella lotta contro l'AIDS. Come riportato dal Times:
Con una dichiarazione lunga una pagina, letta dall'attore Burt Reynolds, il Presidente Ronald Reagan ha detto che "sono stati compiuti notevoli progressi negli sforzi per sconfiggere la malattia, ma "c'è ancora molto da fare ".
Lo sdegno sibilante scoppiò tra il pubblico quando Reynolds lesse una frase che è diceva: "Il servizio di sanità pubblica degli Stati Uniti ha compiuto notevoli progressi ..."
Reynolds smise di leggere e disse al pubblico che "non mi interessa quale sia la vostra posizione politica, se non volete che il messaggio venga letto allora andate fuori".
Ci fu un applauso e Reynolds continuò a leggere la dichiarazione.
Hudson è morto il 2 ottobre 1985. La sua morte ha scioccato l'America ma non ha messo fine al fanatismo e all'ignoranza che circondano l'AIDS. Gli attivisti hanno combattuto e combattono affinché il governo federale lavori ad una cura e che si adoperi per combattere la discriminazione.
Il necrologio del Times su Hudson citava una Doris Day addolorata.
"Oh, mio Dio, cosa posso dire?" Singhiozzò. "Questi casi mettono a dura prova la nostra fede. In tutti quegli anni di lavoro con lui l'ho visto forte, sano e indistruttibile... La vita è eterna. Spero che ci rivedremo. "
FONTE L.A TIMES
Ma forse la loro apparizione congiunta più influente avvenne qualche decennio dopo, nel 1985.Doris Day conduceva un programma televisivo via cavo sui cani, e invitò Hudson come suo primo ospite.
A quel punto, Hudson era già malato di AIDS. C'erano state voci sulla sua salute, ma in una conferenza stampa a Carmel Valley, in California, dove Day viveva, fu la prima volta che il pubblico vide quanto Hudson stesse soffrendo.
Quel filmato sarebbe diventato una parte essenziale nel percorso di comprensione degli americani verso la sindrome da immunodeficienza acquisita. E fu anche l'inizio di una lunga battaglia contro la discriminazione e l'intolleranza nei confronti della malattia.
Ecco come fu descritta quell'apparizione, dal necrologio del giorno del Times, dopo la morte di Hudson:
La Christian Broadcasting Network si è avvicinata al Day per l'organizzazione di un talk show dal titolo "I migliori amici di Doris Day" che vedeva protagonisti ospiti e animali. È andato in onda per due anni.
Hudson fu un primo ospite naturale, disse Day, perché amava i cani tanto quanto lei. Tuttavia, quando è venuto a Carmel a metà luglio per le riprese e una conferenza stampa, Day e i giornalisti sono rimasti scioccati dal suo aspetto scarno.
Malato di AIDS, Hudson non aveva ancora rivelato le sue condizioni a Day o al pubblico, ma i giornalisti si resero subito conto di quanto fosse gravemente malato. In seguito avrebbe ammesso, a malincuore, di avere l'AIDS, diventando una delle prime celebrità a riconoscere la malattia.
Nonostante avesse bisogno di riposo, Hudson insistette per registrare lo spettacolo, che andò in onda giorni dopo la sua morte nell'ottobre del 1985. Day, la sua voce soffocata dall'emozione, registrò una presentazione che ricordava come Hudson le diceva sempre, "Il tempo speso meglio che ho avuto è stato nel recitare commedie con te." Day disse che provava la stessa cosa.
In seguito Day disse alla rivista People che Hudson era così malato che non riusciva nemmeno a pranzare. Disse anche che dopo le riprese si dettero uno struggente addio.
"Ci siamo salutati e lui mi ha dato un grande abbraccio e mi ha stretto forte. Ero in lacrime È stata l'ultima volta che l'ho visto, ma ora è in paradiso", disse alla rivista.
La loro apparizione insieme è stata mandata in onda innumerevoli volte con il peggioramento delle condizioni di Hudson e con il suo annunciò di avere l'AIDS. Per molti, fu una svolta pubblica quando purtroppo le devastazioni della malattia divennero impossibili da ignorare.
L'editorialista del Times TV Howard Rosenberg ha criticato aspramente i media per il modo in cui hanno trattato la salute di Hudson, inclusi i filmati ripetuti di Hudson e Day in quella conferenza stampa:
"C'era un leggero sottofondo ridacchiante in alcuni dei servizi che travvavano di speculazioni su Hudson che soffriva della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), una misteriosa malattia le cui vittime primarie negli Stati Uniti erano maschi gay.
Un'istituzione hollywoodiana come Hudson fa sempre una notizia. Eppure è difficile immaginare che i media si sarebbero sporcati le mani se la storia fosse stata incentrata esclusivamente sul cancro terminale di Hudson. Una tragedia, sì. Sensazionale, no. Ma l'AIDS terminale? Meglio!"
Se Hudson - un fusto dei film per cinema e TV che ha sempre avuto al suo fianco una bella ragazza - aveva l'AIDS ... beh, non è stata certo una sciagura per il National Enquirer che è riuscito a rimepire gli spazi vuoti.
Poi giovedì, negli spettacoli mattutini delle reti tv, arrivò "questa parola tardiva da Parigi". La "portavoce" di Hudson all'ospedale americano di Parigi annunciava che gli era stata diagnosticata l'AIDS un anno prima, ma era guarito.
Ciò era notevole, perché non ci sono casi noti di recuperi di AIDS.
Ma andiamo avanti. Cable News Network continuò a coprire la storia con entusiasmo il giovedì, e finalmente arrivò al nocciolo della questione, a quel sollievo per il prurito scandalistico che le menti curiose tanto stavano aspettando.
L'anchorman Reid Collins ad Atlanta sembrava mentire sapendo di mentire mentre chiedeva al giornalista Sandy Kenyon in collegamento da Hollywood se Hudson fosse considerato un "candidato probabile" - uh oh - per avere l'AIDS.
Kenyon riferì le frequenti voci su Hudson. "Per molti anni è stato ampiamente riconosciuto che Rock Hudson fosse gay", ha detto Kenyon. "È una cosa nota, quando a qualcuno viene chiesto da qualche reporter, 'Chi è gay?', Rock Hudson è la prima o la seconda risposta".
Il messaggio qui non è su come i media scafati sappiano come solleticare gli animi del pubblico con una storia succosa quando ne fiutano una. Questa è una vecchia storia. Il messaggio è che si possono ottenere buoni risultati da cattivi inizi.
Hudson merita la stessa compassione riservata ad altre vittime dell'AIDS.
In un senso più ampio, però, inavvertitamente, è diventato un simbolo importante ora, una nuova e altamente visibile arma nella dura battaglia per la raccolta fondi della ricerca contro l'AIDS. Lo sfruttamento da parte dei media della sfortuna di Hudson - ed è proprio quello che gran parte della copertura mediatica è stato, uno sfruttamento - ha ironicamente contribuito a mettere in luce il più ampio problema dell'AIDS, richiamando l'attenzione sul suo crescente pericolo per la società.
La diagnosi di AIDS di Hudson ha aumentato la consapevolezza della malattia e ha scatenato un movimento a Hollywood per combatterla. Quell'autunno, più di $ 1 milione è stato raccolto in una raccolta fondi di gala. Burt Lancaster lesse un messaggio inviatogli da un Hudson già malato:
"Non sono felice di essere malato. Non sono felice di avere l'AIDS ", si legge nella dichiarazione. "Ma se questo può servire ad aiutare gli altri, posso, almeno, sperare che la mia disgrazia ha avuto un valore positivo."
Il gala venne politicamente accusato, con molti arrabbiati tra il pubblico, di non essere altro che la foglia di fico del governo federale con cui si coprivano i deboli sforzi nell'aiutare i malati nella lotta contro l'AIDS. Come riportato dal Times:
Con una dichiarazione lunga una pagina, letta dall'attore Burt Reynolds, il Presidente Ronald Reagan ha detto che "sono stati compiuti notevoli progressi negli sforzi per sconfiggere la malattia, ma "c'è ancora molto da fare ".
Lo sdegno sibilante scoppiò tra il pubblico quando Reynolds lesse una frase che è diceva: "Il servizio di sanità pubblica degli Stati Uniti ha compiuto notevoli progressi ..."
Reynolds smise di leggere e disse al pubblico che "non mi interessa quale sia la vostra posizione politica, se non volete che il messaggio venga letto allora andate fuori".
Ci fu un applauso e Reynolds continuò a leggere la dichiarazione.
Hudson è morto il 2 ottobre 1985. La sua morte ha scioccato l'America ma non ha messo fine al fanatismo e all'ignoranza che circondano l'AIDS. Gli attivisti hanno combattuto e combattono affinché il governo federale lavori ad una cura e che si adoperi per combattere la discriminazione.
Il necrologio del Times su Hudson citava una Doris Day addolorata.
"Oh, mio Dio, cosa posso dire?" Singhiozzò. "Questi casi mettono a dura prova la nostra fede. In tutti quegli anni di lavoro con lui l'ho visto forte, sano e indistruttibile... La vita è eterna. Spero che ci rivedremo. "
FONTE L.A TIMES
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