Ankara, la polizia di Erdogan interrompe con violenza il Pride e arresta 25 manifestanti
Il Pride organizzato dagli studenti dell'Università tecnica del Medio Oriente (METU) ad Ankara è stato interrotto in maniera violenta dalla polizia e 25 studenti, che manifestavano pacificamente, sono stati arrestati.
Gli studenti hanno dimostrato pacificamente, ma alla polizia è stato detto che non era permesso loro di utilizzare gazebo, di sventolare le bandiere arcobaleno, di sedersi sul prato, e alla fine è stato loro impedito perfino di leggere una dichiarazione.
Tra gli arrestati figurano gli attivisti studenteschi LGBTI del gruppo "ODTU LGBTI Solidarity" Melike Balkan e Özgür Gür e un professore dell'università.
"È straziante sentire che la marcia del Pride di oggi (10 maggio), che avrebbe dovuto essere una celebrazione di amore e solidarietà, è stata violentemente aggredita dalla polizia usando spray al peperoncino, proiettili di plastica e lacrimogeni e che almeno 25 persone sarebbero state detenute illegalmente. I rapporti sull'uso eccessivo della forza da parte della polizia devono essere esaminati con urgenza". "Amnesty International condanna l'intervento della polizia contro la celebrazione del Pride nel campus del METU. È un giorno buio quello in cui le autorità universitarie chiamano la polizia per mettere a tacere gli studenti che rivendicano semplicemente i loro diritti alla dignità e all'uguaglianza. Tutti quelli detenuti dalla polizia devono essere rilasciati immediatamente e incondizionatamente ".Questo il commento a caldo di Fotis Filippou, "Campaigns Director for Europe" adi Amnesty International.
Ancora una volta la Turchia di Erdogan reprime con violenza le istanze del mondo LGBT+.
E come non può tornate alla mente la storia straziante di Hande Kader, e delle decine (se non centinaia) di militanti e attivisti LGBT+ che hanno subito soprusi, violenza, discriminazioni e perfino la galera in un paese così vicino all'Europa ma che in realtà sembra un altro mondo.
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