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6 maggio 1869: quando diventammo "omosessuali".




Il primo uso documentato della parola "homosexual", in una lettera di Kertbeny, nel 1868. Foto: Biblioteca nazionale ungherese.

Era il 6 maggio del 1869 quando lo scrittore, traduttore, bibliografo e patriota ungherese
Karl-Maria Kertbeny usò pubblicamente per la prima volta la parola "omosessuale" con il significato che a tutt'oggi gli attribuiamo.

La parola nasceva come neologismo "impuro" (composto dal greco omoios = lo stesso, e dal latino sexus = sesso) e si contrapponeva al già esistente urningo/uranesimo creato da Karl Heinrich Ulrichs, contemporaneo di Kertbeny e considerato il fondatore del primo movimento omosessuale in Europa.

Ma facciamo un passo indietro. 

Qualche anno prima la Prussia dette vita alla Confederazione della Germania Settentrionale e c'era la necessità di dover unificare anche i codici civili e penali dei numerosi Stati che ne fanno parte.
La Commissione incaricata spronò anche numerosi giuristi e intellettuali affinché facessero giungere al Legislatore, per corrispondenza o attraverso la pubblicazione di documenti, i loro suggerimenti e commenti su questo primo progetto di codice penale unitario.

Il Codice Penale Prussiano del 1851 al paragrafo §43 puniva gli "atti contro natura" commessi tra uomini. Un'esplicita condanna dell'omosessualità. 
Per questo Kertbeny (che all'epoca scriveva sotto lo pseudonimo di Benkert) scrisse un pamphlet sotto forma di lettera aperta al presidente della Commissione dei Sette, il ministro della giustizia prussiano Leonhardt, "per sostenere la tesi che lo Stato non ha alcun diritto di intromettersi negli affari privati degli individui in quel che riguarda il loro comportamento sessuale, anche se si tratta di atti omosessuali".

Purtroppo Kertbeny non solo non ricevette mai risposta, ma il paragrafo contestato entrò nel Codice Penale fino a diventare il famigerato Paragraph §175 che costò il campo di concentramento e la morte ad oltre 100.000 omosessuali tedeschi tra il 1933 e il 1945.

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